Un padre di famiglia, che lavorava sodo per mantenere i suoi congiunti e che aveva il grande sogno di veder diventare il figlio un ballerino professionista. Tutto spezzato, a soli 52 anni, da un automobilista che lo ha falciato e ucciso mentre camminava per strada e che poi, con due suoi conoscenti, lo ha inspiegabilmente caricato in macchina e lasciato davanti allospedale, dileguandosi, salvo essere poi rintracciato dagli inquirenti.
La moglie e i due figli, uno dei quali di appena dieci anni, del barlettano Cosimo Damiano Lamacchia, che per essere assistiti si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano ovviamente che siano chiariti fino in fondo i fatti e di ottenere giustizia, ma proprio in ragione alle modalità criminali dellincidente e alle tante illazioni che ne sono seguite, ci tengono innanzitutto mettere in luce lonestà e la statura morale del loro caro, che ha avuto solo una colpa: quella di essersi trovato ad attraversare la strada nel posto sbagliato, in via Monsignor Dimiccoli angolo con via Galileo Galilei, nella sua città, Barletta, e a due passi da casa, e nel momento sbagliato, allincirca alle 13 del 30 aprile scorso. Proprio mentre sfrecciava lauto condotta da D. S., trentanni, anche lui barlettano, che lo ha investito in pieno.
Cosa sia successo esattamente dopo, e cosa sia scattato nella mente dellinvestitore, è al vaglio della Polizia Stradale della Città e della Procura di Trani, che ha subito aperto un procedimento penale. Sta di fatto che il conducente si è fatto aiutare da due conoscenti che si trovavano nei pressi, L. M., 44 anni, e D. M., 34, anche loro del posto, ha caricato Lamacchia agonizzante in macchina e lo ha condotto allospedale Dimiccoli, seguito su unaltra vettura dai due amici, abbandonandolo davanti allingresso e fuggendo. Cè voluto poco, però, per gli agenti del Commissariato cittadino, grazie anche ai filmati delle telecamere, per risalire alle due auto, una delle quali una Fiat Cinquecento Abarth, e quindi ai loro occupanti, i quali hanno tutti ammesso le proprie responsabilità sulla tragedia. Il pedone, infatti, è spirato poco dopo essere arrivato al Dimiccoli, troppo gravi i politraumi, soprattutto cranici e toracici, riportati nellimpatto con lauto pirata e poi nella rovinosa caduta a terra.
Il Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il dott. Giovanni Lucio Vaira, ha dunque iscritto nel registro degli indagati D. S. per il reato di omicidio stradale, a cui potrebbero aggiungersi altre aggravanti quali il reato di fuga: non si conoscono ancora, poi, gli esiti degli esami tossicologici a cui è stato sottoposto per verificare se fosse alla guida sotto leffetto di alcol o droghe. Indagati per favoreggiamento anche i due soggetti che lo hanno aiutato. Il Sostituto Procuratore ha altresì convalidato il sequestro dei due veicoli e, soprattutto, disposto lautopsia sulla salma della vittima, che è stata effettuata il 4 maggio presso la sala settoria del Policlinico di Bari dal prof. dott. Biagio Solarino, il consulente tecnico medico legale nominato ad hoc da magistrato: alle operazioni peritali ha partecipato anche il medico legale dott. Mauro Ciavarella quale consulente di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui i congiunti della vittima si sono rivolti per essere assistiti, attraverso lArea manager Sabino De Benedictis, con la stretta collaborazione dellavvocato penalista del Foro di Bari Fabio Ferrara. Studio3A ha già indicato anche ling. Pietro Pallotti per svolgere tutte le attività tecniche peritali finalizzate alla ricostruzione cinematica dellincidente.
Il dott. Vaira, onde sgomberare qualsiasi dubbio sulle cause del decesso, ha chiesto esplicitamente al proprio Ctu di verificare se le lesioni riportate dal cinquantaduenne fossero effettivamente compatibili con un investimento, e la risposta è stata affermativa. Punto fermo dellinchiesta è che Cosimo Damiano Lamacchia è stato investito: prima è stato attinto sulla gamba sinistra, come confermano i traumi riscontrati durante lesame, quindi è stato caricato sul cofano e infine sbalzato sullasfalto.
Del resto la vittima, cui è stato già dato lestremo saluto, e che lascia anche un fratello e tre sorelle, era un onesto lavoratore, che per tutta la vita ha sgobbato come operaio in una fabbrica tessile per portare a casa il pane per la sua famiglia, per far studiare i figli, con il desiderio di poter vedere un giorno il primogenito Luigi, che ha ventanni ed è allievo di danza al Teatro dellOpera di Roma, calcare le scene dei più prestigiosi teatri. Una soddisfazione che purtroppo non potrà mai provare, ma anche di questo i suoi cari e Studio3A chiederanno conto, confidando che la giustizia faccia rapidamente il suo corso e dia loro delle risposte.