Federico Zampaglione a Taranto per la prima di “Morrison”. «Finalmente il cinema riparte»

“È un periodo in cui bisogna un po’ buttarsi nella mischia per far ripartire tutto. Cinema, teatro e musica live hanno subito un oscuramento prolungato. Il pubblico vuole riappropriarsi di questi spazi. Speriamo che da qui in poi si torni alla normalità”. Così Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, ieri sera al teatro Orfeo di Taranto per la “prima” del film Morrison, di cui cura la regia.

La pellicola racconta la storia di Lodo (Lorenzo Zurzolo), giovane cantante che si esibisce con i MOB, una band indie, al “Morrison”, leggendario locale romano, e di Libero Ferri (Giovanni Calcagno), ex rockstar in crisi che finisce col trascurare la bella moglie Luna, interpretata da Giglia Marra (compagna nella vita di Zampaglione, anche lei in sala ieri sera). Il loro incontro diventerà uno stimolo reciproco ad andare avanti, ma a tratti anche un difficile confronto tra generazioni e modi di essere molto diversi. “È tutto vero -ha spiegato Zampaglione- quello che accade nel film. L’80 per cento l’ho vissuto personalmente, il 20 per cento l’ho visto da vicino. Ho vissuto sia i momenti di Lodo, viaggiando nei furgoncini ed esibendomi nei locali, che i momenti di Libero perche’ quando la musica diventa la tua professione ci sta che un disco che ti vada male o di comporre un pezzo da cui ti aspettavi di più. Ma fa anche bene, a volte”.

Secondo il leader dei Tiromancino, che ha dialogato con il pubblico e ha cantato dal vivo, accompagnato dal chitarrista Egidio Maggio, i brani “Cerotti” e “Finché ti va”, l’idea “del successo in se’ per se’ è un po’ una scatola vuota. Questo film non è un film sulla celebrazione del successo, ma sulla passione. La passione comporta sofferenza, alti e bassi, ed è questo che ho voluto raccontare”

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