“Non ci fermiamo, continuiamo a chiedere la riapertura delle indagini per avere la verità sull’omicidio di Noemi Durini”. Così l’avvocato Claudia Sorrenti che rappresenta la mamma della 16enne di Specchia (Lecce), dopo che il gip del tribunale di Lecce ha disposto l’archiviazione del procedimento penale per soppressione e occultamento del cadavere della ragazza a carico dei genitori dell’ex fidanzato di Noemi Durini, Lucio Marzo (all’epoca dei fatti 17enne), condannato in via definitiva a 18 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio.
La ragazza, originaria di Specchia (Lecce), venne sepolta sotto un cumulo di pietre a Castrignano del Capo (Lecce) il 3 settembre 2017. La gip ha sciolto la riserva all’esito dell’udienza camerale del 21 aprile scorso. In quella occasione l’avvocato Sorrenti, dell’associazione Doppia Difesa, si era opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Lecce.
“La gip esclude che l’impronta sulla quale è stata svolta attività investigativa suppletiva sia di sangue”, spiega la penalista con riferimento alla traccia trovata sullo sportello dell’auto dei genitori di Lucio Marzo, lato guidatore. “Lo esclude in base ai risultati delle analisi dei carabinieri del Ris, rispetto alle quali il nostro consulente ha sollevato eccezioni per il protocollo usato”, prosegue.
“Quanto, poi, agli altri elementi che noi avevano indicato, vale a dire le immagini che mostrano che quell’auto si trovasse nei pressi della strada poderale dove è stato trovato il cadavere della ragazza e il traffico telefonico, per la gip non sono tali da sostenere l’accusa in giudizio e per questo ha disposto l’archiviazione”, va avanti il legale. “Noi ci siamo già attivati chiedendo una consulenza ai nostri periti sul traffico telefonico per verificare se siano state agganciate le celle della zona: se i telefonini ci sono, vuole dire che ci sono anche le persone”, conclude l’avvocato Claudia Sorrenti.