Premiati i vincitori del ‘Premio Letterario Fumarulo’, dedicato alla memoria del dirigente regionale Stefano Fumarulo, scomparso prematuramente nellaprile del 2017. Una iniziativa promossa dallassociazione ‘Giovanni Falcone’ di Bari e rivolto ai detenuti delle case circondariali di Puglia e Basilicata. Allevento, che si è tenuto nella serata di ieri nel giardino della Scuola Primaria ‘Giovanni Falcone’, nel quartiere Catino di Bari, ha partecipato in collegamento il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Stefano Fumarulo ha dedicato la sua vita alla lotta alla criminalità, oltre ad aver lottato a fianco delle persone più deboli contro il caporalato e ogni tipo di mafia, sia personalmente che in qualità di dirigente regionale, unendo professionalità e rigore tecnico. Proprio per questo motivo si è imposto come modello di virtù etica e sociale, di legalità e solidarietà, e soprattutto come modello per le nuove generazioni e per chi vuole cambiare la rotta della propria vita. I detenuti hanno partecipato attivamente al concorso presentando componimenti poetici e narrativi. Questi sono stati valutati da una commissione che ha valutato e nominato i vincitori. Il progetto si è concluso il 4 maggio.
Premio speciale consegnato a chi ha saputo esprimere al meglio, attraverso lo strumento della parola, i valori e le idee di cui lo stesso Stefano Fumarulo si è fatto portavoce. Il Premio Letterario Fumarulo ha ottenuto il Patrocinio Morale della Presidenza della Regione Puglia, della Regione Puglia, del Comune di Bari, della Casa Circondariale di Bari, del Provveditorato di Puglia e Basilicata, del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Puglia, dellAssociazione Nazionale Magistrati, della Fondazione Falcone, di Libera e le associazioni Gens Nova e Antigone. Levento si è chiuso con unesibizione musicale del gruppo Alioune Ndiaye, dellassociazione Ghetto Out – Casa Sankara Centro Fumarulo.
“Sono pieno di gratitudine per questa iniziativa – ha detto il presidente Emiliano – perché Stefano è stato per tutti noi un amico straordinario, unico. Ma era anche uno scienziato sociale, era anche una di quelle persone che faceva funzionare il cervello anziché la pancia quando si occupava di grandi fenomeni come la criminalità organizzata, come i flussi migratori, come il tema dellaccoglienza. Non era una persona che semplificava, non era però neanche una persona che complicava troppo le cose.
Non era neanche solo un teorico, era anche un dirigente della pubblica amministrazione che ha saputo ideare sistemi nuovi, innovativi che adesso in Puglia sono diventati la regola. Persino il ministero dellInterno adesso ha delegato la Regione Puglia per la costruzione di foresterie per lavoratori in agricoltura sul modello inventato da Stefano”.”Stefano ha avuto, come in un laboratorio, la possibilità di mettere insieme non solo lesperienza straordinaria dellAgenzia per la lotta non repressiva del Comune di Bari, poi diventata un ufficio nella Regione Puglia, ma è riuscito a intuire tutte quelle modalità attraverso le quali la società si difende da atti illegali, non esercitando attività repressiva, ma immaginando forme con le quali incanalare lattività per renderla legale, giusta, capace di consentire luguaglianza, ed anche di determinare forme di integrazione, senza annullare assolutamente le culture di provenienza che per noi sono una ricchezza importantissima”, ha affermato.
“E quindi la perdita che abbiamo avuto con la morte di Stefano non è solo una perdita umana incolmabile – ha aggiunto – ma è anche una perdita che ha cambiato il corso delle nostre vite e che noi stiamo cercando disperatamente di supplire. E forse qualche risultato stiamo cominciando ad averlo se è vero che per una delle situazioni più difficili, quella del campo di Borgo Mezzanone, il ministro dellInterno sta utilizzando il nostro modello per cercarne di venirne a capo”.