Alla Puglia mancano oltre 324 milioni di metri cubi d’acqua che, secondo quanto emerge dai dati del Servizio Risorse naturale della Regione, ripresi dal presidente della Commissione Bilancio, Fabiano Amati, non vengono fatti confluire negli invasi per mancata manutenzione.
Con l’estate, in Puglia, torna l’emergenza idrica, cui si aggiunge quella legata agli incendi che, questa estate sono particolarmente numerosi nel Salento. I dati riguardano cinque invasi da cui la Puglia attinge le risorse idriche. La diga di Conza ha una capacità massima di 61,81 milioni di metri cubi d’acqua, mentre quella autorizzata è di 45,50 milioni di metri cubi, per un mancato inserimento di 16,31 milioni di metri cubi l’anno. La diga Saetta ha un invaso di 3,48 milioni di metri cubi, mentre quello autorizzato è di 2,53 milioni di metri cubi, per un mancato stoccaggio di 0,95 milioni di metri cubi.
La diga del Locone (nella foto), ha un massimo invaso di 118,47 milioni di metri cubi d’acqua, ma quello autorizzato è di 57,00 milioni di metri cubi, da cui derivano mancate riserve per 61,47 milioni di metri cubi. La diga del Pertusillo ha un massimo invaso di 155 milioni di metri cubi d’acqua, con un invaso autorizzato di 104,72 milioni di metri cubi e 50,28 milioni di metri cubi di mancato approvvigionamento. Infine, la diga di Monte Cotugno ha un massimo invaso di 480,70 milioni di metri cubi d’acqua e un invaso autorizzato per 285,70 milioni di metri cubi, con una mancata riserva di 195 milioni di metri cubi.
“L’acqua finisce perché ne buttiamo a mare la metà e non manuteniamo le dighe, dunque, chiudiamo il libro dei sogni”, sostiene Fabiano Amati. “Ci sono cinque dighe pugliesi e lucane ammalorate e la mancanza di interventi di manutenzione costringe a buttare a mare un potenziale di acqua pari a circa 316 milioni di metri cubi, nonostante vi siano a disposizione 12,5 milioni di euro per fare i lavori”, sostiene ancora il consigliere regionale pugliese.