La Fondazione European Arts Academy «Aldo Ciccolini» di Trani prosegue la sua attività con una serata prestigiosa: venerdì 23 luglio, alle 20,30, al Palazzo delle Arti «Beltrani» di Trani (nella Corte «Davide Santorsola», in via Giovanni Beltrani 51) si esibiranno i giovani pianisti Michele Fazio e Alessandro Simoni; di Ludwig van Beethoven eseguiranno rispettivamente il Concerto n. 3 op. 37 e il Concerto n. 5 op. 73 («Imperatore»), con lOrchestra Filarmonica Pugliese diretta da Giovanni Minafra. Infotel: 0883.500.044, prenotazione obbligatoria per i posti limitati, costo biglietto 10 euro.
È latto finale della terza edizione di «Sveva Classica 2021», realizzata con lalto patrocinio dellAccademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma: una lusinghiera e storica partnership avviata dallAccademia «Aldo Ciccolini» (presieduta da Elisabetta Papagni, con la direzione artistica di Alfonso Soldano, che hanno siglato la prima collaborazione in Puglia con listituzione capitolina), che promette di diventare sempre più prestigiosa per gli eventi futuri. «Sveva Classica» – che ha anche i patrocini di Confindustria Bari e BAT, Comune di Trani e Provincia BAT – è una manifestazione di grande levatura, che nelle sue prime tre edizioni ha coinvolto altrettante città simbolo della provincia BAT, con il loro patrimonio storico architettonico: Trani nel 2019, Andria nel 2020 e Barletta nel 2021, sede questultima di una rigorosa selezione che ha condotto ai due talenti pianistici che si esibiranno.
Michele Fazio, barese, è allievo dellAccademia Ciccolini, mentre il laziale Alessandro Simoni è espressione dellAccademia di Santa Cecilia. A entrambi saranno destinate due borse di studio: una della Fondazione European Arts Academy «Aldo Ciccolini» e l’altra proveniente da Gianvito Giannelli, Governatore del «Distretto 2120 Puglia e Basilicata» del Rotary International.
Levento celebrerà i 250 anni dalla nascita di Beethoven con due perle composte per pianoforte e orchestra: il Concerto n. 3 op. 37, scritto fra il 1800 e il 1803, occupa una posizione privilegiata nella storia del concerto beethoveniano. Se infatti in esso la struttura e il rapporto fra solista e orchestra sono ancora improntati al modello del concerto classico, la scrittura pianistica se ne distacca in più di unoccasione, assumendo tratti di inconfondibile originalità. Con un linguaggio più serrato rispetto ai primi due Concerti e un uso della tastiera più personale.
Quanto al Concerto n. 5 op. 73, noto come «Imperatore», è stato composto nel 1809, con dedica all’arciduca Rodolfo d’Asburgo. È uno dei massimi capolavori beethoveniani, che dalla sua prima esecuzione ha suscitato un grande successo per la grandiosità e l’originalità della sua forma. Nel 1822 la «Zeitung für Theater und Musik» scriveva di un «meraviglioso quadro sonoro, originale, anche se spesso percorso da tratti bizzarri e barocchi che solo la profonda, eccentrica personalità del geniale Beethoven poteva produrre». Il titolo
di «Imperatore» non lo si deve al compositore tedesco, ma sembra sia stato lanciato in circolazione dal pianista, editore e compositore Johann Baptist Cramer. Nel corso del tempo si è però rivelato un titolo appropriato, e può essere messo in relazione con la contemporanea occupazione di Vienna da parte dei francesi di Napoleone imperatore; oppure, più generalmente, per alcune analogie con la Sinfonia «Eroica» e la propensione alla costruzione maestosa e solenne.