“Amat Spa prenderà tutti i provvedimenti necessari alla propria tutela, continuando ad assicurare il regolare prosieguo delle proprie attività”. Così l’azienda dei trasporti pubblici urbani del Comune di Taranto interviene oggi sul caso degli 8 dipendenti, tutti autisti, accusati di violenza sessuale nei confronti di una ragazza disabile di 20 anni, tarantina, a bordo dei bus. Gli 8, indagati dalla Magistratura, sono stati raggiunti da un provvedimento del gip di Taranto, Francesco Maccagnano, che vieta loro di avvicinarsi sia alla ragazza che al suo fidanzato (la Procura aveva invece chiesto gli arresti domiciliari).
È stato proprio il fidanzato, infatti, a convincerla a sporgere denuncia ai Carabinieri. Amat sostiene di aver appreso dai media delle “gravissime condotte che vedrebbero coinvolti alcuni autisti”. “I fatti rappresentati lasciano sgomenti, aggravati dal fatto che sarebbero stati posti in essere durante il servizio pubblico, che, invece, è esercitato quotidianamente dai tanti dipendenti che assicurano il massimo impegno con serietà e senso del dovere” aggiunge Amat.
Gli otto autisti sono ritenuti responsabili di violenza sessuale con le aggravanti di aver agito su persona sottoposta a limitazioni della libertà personale (perché quasi sempre luogo delle violenze erano bus di linea ai quali i guidatori chiudevano le portiere per impedire alla vittima di scendere) e per aver commesso il fatto nella veste d’incaricati di pubblico servizio. Infine per il gip Maccagnano gli autisti erano a conoscenza della condizione di “fragilità” della ragazza.