La filosofia del “peggio è meglio è”, ovvero il debito buono che segnerà il futuro economico e politico dell’Italia

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Da anni ci siamo scagliati contro il rigore da tutte le colonne che ci hanno ospitato e abbiamo stravinto. Nessuno, neanche quelli che hanno votato il governo Monti, più si azzarda a dire quella parola; però… se la si applica spudoratamente ai cittadini contribuenti più deboli e meno rappresentati.

A tutti i livelli si è fatta strada la strategia inversa: il debito non è più cosa necessariamente cattiva, anzi può essere “buono” specie se i creditori sono banche internazionali che si associano nel Recovery. Ma il debito ormai buono si accresce anche con mille e mille bonus, le rottamazioni, il reddito di cittadinanza, i ristori, i prepensionamenti bancari, gli aiuti all’Alitalia, all’Ilva,… e chi più ne ha più ne metta. Sempre da mettere sul conto dei nostri figli e nipoti e, direi, anche pronipoti; financo le facciate dei palazzi vengono risistemate a spese del futuro pantalone.

Sembra che abbiano tramutato il male in bene e il piombo in oro. Come è possibile? Cosa sta accadendo?

Da molto tempo ormai abbiamo imparato che la verità forse la sapremo dagli storici e non certo dai discorsi dei politici; nei programmi dei partiti non troveremo mai un “voglio fare questo per questa ragione”; al più fanno quello che vogliono e solo molto dopo sai -forse- cosa sono andati a fare a sedere su quella poltrona di ministro o di sindaco.

Non fa eccezione questo esecutivo che non ha un programma che spieghi dove si vuole andare a parare con questo impressionante incremento del debito né, tanto meno, l’elettorato lo ha votato.

Se vogliamo provare a pensare male (alle volte si indovina) ipotizzeremmo che un debito elevato aumenta la dipendenza del debitore verso il creditore; la filosofia del “peggio è, meglio è” per regalare l’Italia a qualcuno o legare le mani ai futuri esecutivi. Quindi per evitare di trovarsi in un futuro di sovranisti qualcuno ha pensato di comprare il nostro futuro con danari freschi freschi, e riempirlo di debiti.

Ma v’è dell’altro; nell’immediato forse è stata più pressante la necessità delle banche -specie internazionali- di prestare una parte dei soldi che hanno accumulato nelle loro casse e che non sanno a chi dare per riceverne un rivolo di interessi certo e duraturo; quindi i governi e quello italiano in testa hanno -senza porsi dubbi- e con grande trionfalismo contratto nuovi debiti a tassi bassi (ma non così tanto bassi come il mercato oggi permetterebbe) in soccorso appunto di quelle banche.

Se i tassi dovessero rimanere bassi perennemente -come noi abbiamo ipotizzato ormai lustri fa e come sembra che anche i Poteri Forti si siano convinti che accadrà- si ripeterà per sempre l’attuale andazzo di rinnovare alle condizioni del momento della scadenza il debito contratto oggi.

Ma c’è un punto che può vanificare questo progetto ed è il livello dei prezzi. La massa di moneta esistente porta banche e fondi a comprare materie prime e immobili facendone salire fortemente i prezzi; contemporaneamente la stessa spinta a spendere indotta dalla politica espansionista governativa sta sostenendo quella inflazione da costi. Si badi bene sono soldi di fresca coniazione che circolano tra persone che non hanno mai prodotto nulla e non hanno mai fatto nulla (cioè circolano nell’universo della finanza) ma quando quei soldi “falsi” arrivano sul mercato dei beni reali non si distinguono e quindi vengono accettati come buoni. La loro massa è così ingente che anche una sua piccola porzione può creare un disastro incontrollabile: la impetuosa salita dei prezzi porterà i detentori di quei titoli che oggi vengono emessi a vendere e solo la Banca Centrale potrà acquistarli (sempre con danari freschi di stampa) e quindi si aggraverà ulteriormente il problema in una spirale sempre più ripida e sempre più perversa; fino all’azzeramento del loro valore e di quello della moneta stessa. Oggi noi già siamo in quella fase ma solo ai primi passi.

Queste naturalmente sono solo congetture perché nessun politico ormai da decenni scrive una sua valutazione o una idea o anche solo un programma; come non credessero in nulla, neanche in se stessi.

Ma possiamo dire che le forze in campo sono queste e questi fenomeni non possono non accadere. Andrebbero capiti, e gestiti nel modo migliore per tutti.

Sembra un sogno!

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