“A voi, fratelli assassini, chiedo: che vita è la vostra? Quale vita sognate per le vostre famiglie e soprattutto per i vostri figli? Riuscite a guardarli negli occhi? Voi che non vi fate scrupoli a sparare anche ai bambini vi domandate in quale città vivranno, in quale città vivremo?”. È uno dei passaggi del messaggio di monsignor Giovanni Checchinato, vescovo della diocesi di San Severo (Foggia), che così interviene sull’omicidio di Luigi Ermanno Bonaventura, commerciante d’auto 32enne con precedenti penali, freddato sabato scorso in corso Leone Mucci a San Severo.
L’uomo sarebbe stato affiancato da un’auto di colore scuro da cui sono partiti 13 colpi di arma da fuoco calibro 9 per 21, undici dei quali hanno raggiunto la vittima alle gambe e al viso. Nell’agguato sono rimasti feriti di striscio a una gamba, un bambino di 12 anni e un uomo di 27 anni: entrambi trasportati all’ospedale sono stati dimessi dopo poche ore. Secondo quanto ricostruito finora, l’omicidio di Bonaventura potrebbe essere la risposta all’uccisione di Matteo Anastasio, ucciso il 12 luglio scorso durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio, oppure va considerato come il tassello di una guerra di mafia in corso a San Severo per il controllo della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti.
“Chiedo a tutti i credenti e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà di pregare Dio per chi è vittima della violenza, per chi ne è artefice, per chi si fa complice con l’omertà, e per chi non assolve responsabilmente il proprio dovere, per le donne e gli uomini che hanno responsabilità pubbliche”, ha aggiunto il vescovo che rivolge a tutti “un invito accorato a impegnarci per il bene della nostra città, per l’educazione delle nuove generazioni, per il rispetto della legalità e a fare fronte comune contro il sopruso e la violenza”. “Che il Signore ci aiuti a credere ancora che effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza”, conclude.