Due ore di sciopero con assemblea stamattina nell’azienda Iris, una delle imprese di Taranto dell’indotto siderurgico ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. Lo sciopero è stato indetto dalle sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb perché la Iris -specializzata in metalmeccanica e impiantistica, da molti anni presente con lavori nel siderurgico- non ha pagato a tutt’oggi gli stipendi di luglio ai propri dipendenti.
“Anche oggi -spiega Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl – l’azienda Iris ha detto che non ha soldi in cassa per saldare le retribuzioni. Il problema è sempre lo stesso: Acciaierie d’Italia non paga le aziende fornitrici e queste, a loro volta, non hanno la liquidità per pagare i dipendenti. Ma non è solo Iris che versa in questa situazione. Sono diffusi i casi di imprese che sono nella stessa condizione, cioè con lo stipendio di luglio che deve ancora essere regolarizzato”.
“Oggi alla Iris -aggiunge Castronuovo- avevamo proclamato una intera giornata di sciopero, poi si è deciso di fare due ore perché l’azienda ha promesso un incontro martedì prossimo e si è impegnata, entro quella data, a uno sforzo per cercare di fare un bonifico ai lavoratori, almeno un anticipo delle spettanze. Vediamo sino a martedì che accade. Se non ci sono novità, riprenderemo la protesta”.
Castronuovo aggiunge che “tranne l’impresa Enetec, dove abbiamo concordato una procedura di cassa integrazione straordinaria, in tutte le altre è aperta la cassa integrazione post Covid, la stessa riconosciuta ad Acciaierie d’Italia. In questo momento, però -conclude il sindacalista-, la cassa Covid le imprese dell’indotto non la stanno utilizzando in quanto stanno lavorando intensamente nel siderurgico. Dopo il blocco dovuto al Covid, sono infatti ripartiti tutti i cantieri relativi alle opere dell’Autorizzazione integrata ambientale. C’é molto lavoro da fare, quindi, tant’è che diverse aziende hanno anche effettuato nuove assunzioni sia pure a tempo determinato”