Neonata morì per asfissia, medico e ostetriche del “Miulli” a processo

Il gup del Tribunale di Bari Francesco Agnino ha rinviato a giudizio un medico e due ostetriche dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), accusati di concorso in omicidio colposo per aver contribuito con le loro presunte condotte negligenti a causare il decesso di una neonata. La vicenda risale al 30 giugno 2020.

Nel procedimento il Miulli si è costituito responsabile civile. I tre imputati, il ginecologo Angelo Fontana e le ostetriche Ilaria D’Auria e Eliana Donatiello, saranno processati con l’accusa di aver indotto al travaglio la partoriente, una 33enne di Monopoli, a 24 ore dalla cosiddetta rottura delle acque, come prevede la procedura, ma di non aver successivamente monitorato il battito fetale in continuo fino al parto, bensì in modalità intermittente.

La bambina, in grave sofferenza respiratoria al momento della nascita, fu trasportata d’urgenza alla terapia intensiva neonatale dell’ospedale Di Venere di Bari-Carbonara dove morì dopo poche ore per asfissia perinatale con sindrome da aspirazione di liquido amniotico.

Il processo inizierà il 6 giugno 2022 dinanzi al giudice del Tribunale di Bari Carlotta D’Alessandro. I genitori della neonata si sono costituiti parte civile.

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