Operazione anti-caporalato, tra gli indagati anche la moglie del prefetto Michele di Bari capo dipartimento Immigrazione del Ministero degli Interni

Braccianti costretti a lavorare per pochi euro dalla mattina alla sera nelle campagne della Capitanata, nel Foggiano. Per questa accusa 16 persone sono indagate a Foggia: 2 di loro sono finiti in carcere, 3 agli arresti domiciliari mentre per 11 è scattata la misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’indagine ribattezzata “Sotto Padrone”, condotta dai carabinieri di Manfredonia e diretta dalla procura di Foggia, vede sotto accusa anche la moglie del prefetto Michele di Bari, capo dipartimento per le Libertà civili e immigrazione del Viminale, che ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico.

La signora Di Bari sarebbe socia amministratrice di una delle dieci aziende coinvolte nell’indagine dei Carabineri. L’accusa ipotizzata per tutti è a vario titolo di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

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