A fine anno entreranno in funzione nell’ex Ilva di Taranto (ora Acciaierie d’Italia) i primi due nuovi filtri Meros (detti anche a manica) per la prima delle due linee dell’agglomerato.
I nuovi filtri servono a contenere le emissioni inquinanti dell’impianto che prepara i minerali di carica degli altiforni e tra queste emissioni c’è la diossina. Per la seconda linea dell’agglomerato, anch’essa da attrezzare con i filtri Meros, le attività sono in corso e si chiuderanno nella prima parte del 2023, anno in cui ad agosto tutte le prescrizioni relative all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’ex Ilva, e normata col Dpcm di settembre 2017, dovranno essere portate a termine.
Il dato dei filtri è emerso nella riunione dell’Osservatorio permanente il compito è monitorare l’attuazione del piano ambientale dell’acciaieria. Presenti alla riunione tra gli altri Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria, Arpa Puglia, Ispra, Regione Puglia, Comuni di Taranto e Statte, Prefettura Taranto e i ministeri interessati: Transizione ecologica, Sviluppo economico, Sud e Coesione territoriale.
Giunge a conclusione, dunque, un importante intervento ambientale del siderurgico anche se con un ritardo di alcuni mesi rispetto all’ultima scadenza resa nota dall’azienda, allora si chiamava ArcelorMittal e non Acciaierie d’Italia, a luglio di due anni fa.
Nell’estate del 2019, a valle della conferenza dei servizi che diede il via libera all’installazione dei filtri Meros, l’azienda annunciò che l’appalto era stato affidato alla ditta italiana Primetals Technologies Limited, società leader mondiale per ingegneria e costruzione di impianti siderurgici e che nei documenti tecnici presentati al ministero dell’Ambiente vi era un cronoprogramma che sottolineava “il forte impegno di ArcelorMittal Italia a terminare i lavori nel pieno rispetto di tutti i tempi previsti: la prima linea (linea E) sarà finita entro il settembre 2021 (con 3 mesi di anticipo rispetto al termine stabilito nel Dpcm del 29 settembre 2017)”. “Alla seconda linea – disse l’azienda nel 2019 – si lavorerà per terminare l’intervento entro il maggio 2023 (con 4 mesi di anticipo rispetto al termine stabilito nel Dpcm del 29 settembre 2017)”.
Secondo quanto dichiarato dall’azienda, “i risultati ambientali che si otterranno con questi filtri saranno il rispetto stabile di un nuovo limite per le concentrazioni di polveri al camino E312”, il più alto dell’acciaieria, “pari a 10 microgrammi per normal metro cubo rispetto all’attuale limite (con la tecnologia Meep) pari a 25 microgrammi per normal metro cubo”. Si otterrà, inoltre, ha detto l’azienda, “il rispetto stabile di un nuovo limite per le concentrazioni di diossine al camino E312”