“Per noi è grave la dichiarazione del presidente del Consiglio Mario Draghi che, a nome del governo, ha auspicato il ritorno dell’Ilva ai livelli produttivi di quando era la più grande acciaieria d’Europa”. E’ quanto si legge nella nota del Comitato cittadino per la Salute e l’Ambiente a Taranto, firmata da Massimo Castellana e Alessandro Marescotti, da tempo impegnati in una serie di iniziative per chiedere la chiusura dell’area a caldo del siderurgico della città ionica.
Il Comitato fa riferimento alla dichiarazione del presidente del Consiglio dei Ministri in occasione della firma a Palazzo Chigi dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che riguardano anche la Regione Puglia.”L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha calcolato l’impatto sanitario dell’Ilva quando era la più grande acciaieria d’Europa: fra le 27 e le 43 morti premature ogni anno a causa delle emissioni. Anche se venissero applicate all’Ilva tutte le prescrizioni previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2015, sottolinea l’Oms, le morti premature oscillerebbero fra le 5 e le 8 morti premature evitabili ogni anno”, ricorda il Comitato che cita anche l’articolo pubblicato su “The Lancet Regional Health Europe” (“Health benefits of decarbonization: the transition of carbon intensive regions in the frame of european green deal”, marzo 2022).
Nell’articolo il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, scrive assieme agli studiosi Prisco Piscitelli, Claudio Stefanazzi e Alessandro Miani, che “questa fabbrica sta bruciando circa 5 milioni di tonnellate per anno di carbone ed è potenzialmente collegata a un considerevole eccesso di mortalità, con 1020 morti dal 2011 al 2019”, ricorda ancora il Comitato. “Siamo di fronte a dati terribili che Mario Draghi non può ignorare e che Michele Emiliano avrebbe fatto bene a ricordare”.