Un geolocalizzatore di ultima generazione “capace di trovare corpi sepolti nel sottosuolo fino a sei metri di profondità. Siamo qui perché uno degli indagati, Cosimo Damiano Borraccino, è venuto due volte quella notte fatidica del 16 gennaio, secondo le coordinate della procura. Qui ha sostato per ben due volte: la prima per cinque minuti e la seconda volta alle 7 del mattino è ritornato qui e ci è rimasto per due ore”. Sono le parole di Gianni Spoletti, il criminologo ingaggiato dalla famiglia di Michele Cilli che, ricorda, “da 11 mesi chiede un corpo su cui piangere”.
Michele, 24 anni, è scomparso nel nulla nella notte tra il 15 e il 16 gennaio. Per la sua sparizione in due sono finiti alla sbarra: Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino. Sono accusati di omicidio volontario (il primo) e in concorso per soppressione di cadavere. Le ricerche con “il georadar carrellato della Mhe detector”, si sono concentrate in contrada Vicinale cavaliere, nelle campagne di Barletta, perché “abbiamo ricevuto delle indiscrezioni e stiamo cercando di capire se quanto ci è stato riportato potrebbe trovare riscontri”, continua il criminologo, annunciando che “rimarremo qui fino a che diventerà buio” anche se “speriamo di andarcene via prima con qualche risultato positivo, ma questo dipende da quello che troviamo”.
“Queste -specifica- sono indagini suppletive che stiamo svolgendo e facendo per conto della famiglia e dell’avvocato Michele Cocchiarole, siamo qui per capire che cosa potremmo fornire ancora agli inquirenti prima del 15 dicembre”, quando ci sarà l’altra udienza del processo.
“Per noi lo scopo principale è quello di trovare il corpo di Michele -continua Spoletti-. Non smetteremo mai di farlo perché, finché non avremo la certezza matematica che Michele Cilli non esiste più, non c’è più niente di lui, la speranza resta. La speranza deve rimanere viva, è una speranza a cui noi teniamo tantissimo e cerchiamo di portarla fino alla fine di questa tristissima storia perché sono 11 mesi che andiamo avanti. Sarebbe giusto per la famiglia trovare il corpo del congiunto”.