Barletta, a scuola in classe con le coperte contro il freddo. La protesta degli adulti che frequentano i corsi serali

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Una coperta rosa sulle spalle e trattenuta con le mani attorno al collo per evitare che potesse scivolare sul piumino. Sciarpe dalla misura extralarge raggomitolate sulle spalle. Cerniere di giubbotti imbottiti tirate su fino al naso. Cappucci e cappelli in lana indossati a protezione dal freddo. Così nel pomeriggio di ieri hanno seguito le lezioni coloro che frequentano i corsi organizzati dal Cpia, il centro provinciale per l’istruzione degli adulti di Barletta – Andria – Trani – nella scuola comunale Manzoni di Barletta.

Bardati di tutto punto per contrastare le temperature gelide delle classi in cui i termosifoni sono spenti. “I riscaldamenti sono attivi al mattino quando in aula ci sono gli studenti del liceo Cafiero che l’istituto comunale ospita. Poi vengono spenti quando arriviamo noi”, spiega Paolo Farina, dirigente scolastico del Cpia e aggiunge: “La situazione è paradossale: per i liceali che diciamo, sono di competenza della Provincia i termosifoni sono accesi. Noi invece che da regolamento siamo in scuole comunali, restiamo al gelo”.

Ieri le lezioni sono state interrotte. “I nostri studenti non sono riusciti a restare seduti ai banchi: faceva troppo freddo. Lo hanno confermato anche i docenti che mi hanno riferito che non c’erano le condizioni per continuare con le spiegazioni”. I corsi sono frequentati “sia da stranieri sia da cittadini di Barletta: i primi seguono lezioni di alfabetizzazione utili al rilascio del permesso di soggiorno. Gli altri non hanno adempiuto all’obbligo scolastico e recuperano”, dice Farina ed evidenzia: “La protesta è nata come atto di ribellione all’indifferenza del Comune di Barletta”. Perché è l’unico tra i Comuni della Bat a non aver assegnato in via definitiva una sede per i corsi serali.

“Noi eravamo alla Manzoni e lì siamo rimasti -continua il dirigente- fino all’anno scorso le utenze di luce e riscaldamento erano garantite dal Comune. Quest’anno invece, ci siamo accorti che non era così. Per questo, lo scorso 29 novembre ho inviato agli uffici comunali competenti una Pec a cui mai nessuno ha risposto. Ieri non abbiamo potuto fare lezione e oggi ho inviato un’altra mail certificata chiedendo anche a una delle mie docenti di raggiungere l’ufficio tecnico comunale per avere chiarimenti. La risposta? Non abbiamo alcun titolo per stare lì e che di conseguenza i termosifoni non potevano essere accesi: non ci ho visto più, trattati come abusivi”.

Il dirigente, che questa mattina partecipava a una riunione in prefettura, si è rivolto a chi alla riunione rappresentava il Comune. “Pare che a breve la situazione sarà sbloccata. Vedremo”, riferisce Farina.

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