“E fu così che dopo 50 anni di onorata conducibilità l’attività di famiglia, quella di mia moglie Buono Amalia, una gioielleria, si vede costretta a chiudere grazie al ‘Sistema’ che da svariati lustri favorisce le multinazionali, le holdings e le grandi aziende distruggendo i piccoli”. Con questo post sul suo profilo Facebook, Pietro Albanese, marito di Amalia Buono, titolare di una nota e storica gioielleria di San Severo, nel Foggiano, annuncia la chiusura della sua attività a “causa del sistema”.
“Nel corso di questi decenni -scrive Albanese- abbiamo subito di tutto: due rapine tra cui la prima conclusasi sciaguratamente con l’omicidio del padre di mia moglie, due grossi furti con destrezza, vari tentativi di scasso. Numerose truffe e mancati pagamenti da parte di amici e diversi altri individui, una verifica della Guardia di finanza e due verifiche dell’Agenzie delle Entrate che hanno messo in ginocchio l’attività. Truffa del vecchio commercialista con grosse ripercussioni sull’attività, un rinvio a giudizio con causa penale per un assegno di 250 euro preso a due stron…. che avevano evidentemente usato grazie allo smarrimento del titolare del conto corrente, fortunatamente terminato dopo cinque anni di udienze con l’assoluzione per non aver commesso il reato; una causa penale per un losco individuo che si é inventato di sana pianta un’aggressione ai suoi danni con condanna a cinque mesi di reclusione non scontata e con l’assoluzione in Appello”.
Albanese, nel suo post, evidenzia che a “nulla sono valse le nostre denunce, le segnalazioni, finite sempre nel cassetto del dimenticatoio di una giustizia che non funziona come tante altre cose che in Italia non funzionano. Per finire – lamenta – nonostante la crisi di questi anni, virus, prezzi bollette alle stelle, guerra, aumenti ingiustificati grazie alle speculazioni dei ‘Potenti’, l’Agenzia delle Entrate manda cartelle esattoriali infischiandosene dei guai che bisogna affrontare tutti i giorni”.
“Le risposte dello Stato -continua il commerciante- erano sempre: ‘Rivolgetevi ad un legale’, come se gli avvocati si dedicassero al loro lavoro per beneficenza. A coloro che godono della nostra chiusura, poiché convinti che il commerciante é a priori un ladro, porgo l’invito ad aprire una partita Iva e a provare sulla propria pelle quello che durante il corso di questi 50 anni é capitato a noi”.
(Immagine illustrativa di repertorio)