“C’è scarsa manutenzione lungo il canale adduttore che, dalla Basilicata, trasporta acqua in Puglia per 35 km, in particolare in una porzione di territorio del versante occidentale della provincia di Taranto: Castellaneta, Palagianello e Ginosa. Secondo nostre stime, il quantitativo di acqua che parte dalla derivazione di San Marco, in Basilicata, e arriva a Palagianello, si dimezza a causa di perdite considerevoli”. A denunciare è l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia, dopo il sopralluogo in alcune zone dell’agro di Castellaneta e di Ginosa (Taranto).
“La struttura è vetusta, risale agli anni ‘60”, ricorda la declinazione tarantina della Cia Agricoltori Italiani. “Non è mai stata oggetto di interventi di ammodernamento, nonostante le risorse rese disponibili da bandi ministeriali nel corso degli anni e in ultimo con il Pnrr”, sottolinea.
“Occorre intervenire celermente sul Consorzio di Bonifica Stornara e Tara di Taranto”, sottolinea il direttore dell’area Due Mari di Cia Agricoltori, Vito Rubino, che ricorda “la chiusura del Casello 4 di Castellaneta per mancanza di personale”.
“A breve anche altri caselli seguiranno la stessa sorte, perché il personale si è ridotto in maniera considerevole e la sostituzione, volendo utilizzare soltanto gli stagionali, non è semplice, come qualcuno invece ipotizza”, va avanti. “Occorre l’affiancamento per un certo periodo, affinché vi sia piena conoscenza del territorio e dell’ubicazione degli impianti consortili. Anche coloro che gestivano la manutenzione sugli impianti sono stati posti in quiescenza, e non sono stati sostituiti né vi è stato l’affiancamento necessario”, prosegue.
“Dobbiamo scongiurare lo spauracchio dell’aumento dei costi, in quanto a nostro avviso, per eseguire la manutenzione, quasi sicuramente si ricorrerà all’intervento di imprese esterne, nonostante l’eccellenza costituita fino a ieri delle squadre interne di manutenzione, vero punto di forza e fiore all’occhiello per diversi anni del consorzio di bonifica Stornara e Tara”, rimarca.
“Non dimentichiamo poi che la Puglia è comproprietaria al 50% con la Basilicata dell’acqua della diga di San Giuliano. Quell’acqua, in Lucania viene erogata a 5 centesimi al metro cubo, in Puglia, invece, costa circa 11 centesimi in più”, conclude.