“Se l’alternativa alle trivelle consiste nel lasciare campo libero e gas alla Croazia e ai paesi frontalieri, tenendoci comunque i buchi ma solo spostati un po’ più a est, noi siamo d’accordo e chiediamo sin d’ora ricche compensazioni da usare come sconto in bolletta. E tutto ciò per non ripetere la storiaccia del no-a-Tap, che dovrebbe aver impartito grandi lezioni a tutti”. Lo dichiarano i consiglieri regionali di Azione, Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.
“Temiamo -aggiungono- che la prossima disputa politica regionale si giocherà tra centrodestra e Cinquestelle, con quest’ultimi attestati a provocare e quindi prosciugare dai voti il Pd (soprattutto quello di Bonaccini) sulla questione delle trivelle. E siamo certi di sentire l’imbarazzo degli uni e degli altri, nel dover prendere posizione al di fuori di un dato di realtà. Il dato di realtà consiste in un fatto semplice. Nel mare Adriatico ci sono giacimenti di gas, il cui sfruttamento può essere appannaggio anche dell’Italia, se si autorizzano prospezioni e trivellazioni nell’ovvio rispetto della normativa anche paesaggistica. Se l’Italia rinuncia, i giacimenti sono così estesi che il gas lo prenderanno i paesi frontalieri, estraendo dalla loro parte di competenza territoriale: e tutto questo perché la natura non conosce i confini amministrativi degli Stati e quindi consente che il gas lo prenda chi lo cerca”.