La polizia penitenziaria del carcere di Taranto ha trovato 6 telefonini e cavetti di ricarica nelle docce nel reparto alta sicurezza. Sempre nel pomeriggio di ieri, nello stesso istituto, è stato scongiurato un evento critico. “Si è riusciti a sedare una rissa tra detenuti tarantini che doveva essere una resa dei conti definitiva”, come denunciato il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe). Resta grave la situazione nel carcere di Taranto, per il sempre più forte sovraffollamento di detenuti, che sono oltre 800 a fronte di un organico di meno di 300 poliziotti, ha spiegato il sindacato.
“Il Sappe ritiene che tale drammatica situazione che giornalmente mette a rischio la sicurezza dei poliziotti, dei detenuti e del territorio, abbia responsabili ben precisi tra cui il ministro della giustizia i vertici del Dipartimento della amministrazione penitenziaria che chiudono gli occhi su quello che accade a Taranto”, hanno aggiunto dal sindacato.
“Dopo aver inutilmente chiesto aiuto al prefetto responsabile della sicurezza della provincia, abbiamo presentato un dettagliato esposto alla procura della repubblica di Taranto per elencare le responsabilità del ministro e dell’Amministrazione penitenziaria chiedendo un intervento rapido, poiché la situazione poteva degenerare in maniera definitiva, finora senza alcun risultato”, sottolinea sempre il Sappe.
“Per gli organici nelle carceri è stato determinato un rapporto tra agenti/detenuti di circa 0,66 in media a livello nazionale, mentre a Taranto di scende allo 0,35, ciò vuol dire che con questi parametri a Taranto sarebbero necessari almeno altri 240 poliziotti per poter gestire il carcere in sicurezza. In caso di tragedie (annunciate), il Sappw vigilerà acché le responsabilità non vengano scaricate sui vertici del carcere e sui poliziotti, ma avranno nomi e cognomi ben precisi”, ha concluso il Sappe.