AGGIORNAMENTO Del 18 febbraio ore 13.06
“Una cosa sconvolgente ma molto emozionante”: è la reazione dei fratelli Gianfranco e Pino Losignore quando hanno trovato sul balcone di casa della madre, in contrada Serra Paducci di Matera, i frammenti della meteora di San Valentino’, che ha solcato i cieli della Basilicata e della Puglia, fra Matera e Bari.
Il ritrovamento -hanno raccontato all’agenzia ANSA- non è avvenuto subito: i due si sono incuriositi al racconto della madre, che ha detto di aver sentito “un botto” provenire dall’esterno del balcone della casa. Un controllo sul balcone ha portato Gianfranco e Pino a vedere una mattonella che aveva “un segno profondo” e a ritrovare diversi frammenti di metallo del diametro di circa un centimetro: in totale, è stato raccolto materiale ferroso per circa 70 grammi.
Ciò che ha fatto la differenza è la passione per l’astronomia che unisce i due fratelli, che già gestiscono insieme, a Matera, un negozio di toner e altro materiale per i computer (Pino è anche consigliere comunale di Matera). Infatti, Pino e Gianfranco si sono accorti che quel materiale non era fuliggine provenienti dal caminetto che il vento aveva depositato sul balcone ma qualcosa di diverso: “Senza la nostra curiosità, forse -hanno spiegato- avremmo semplicemente spazzato il pavimento del balcone, senza ‘salvare’ nulla”. Invece, la loro curiosità e le loro conoscenze li hanno spinti a mettersi in contatto con l’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica), i cui esperti hanno fatto un sopralluogo e raccolto tutti i reperti disponibili.
Caccia ai frammenti della meteora di San Valentino (articolo del 17 febbraio)
È partita la caccia ai meteoriti prodotti dal bolide che la sera di San Valentino ha illuminato i cieli di Puglia e Basilicata: i frammenti dell’oggetto celeste (per una massa complessiva di 400-500 grammi) potrebbero essere caduti a nord di Matera, in un’area pianeggiante di campi coltivati che si estende per otto chilometri quadrati tra Borgo Venusio e Iesce. Lo rende noto Prisma, la Prima Rete Italiana per lo Studio delle Meteore e dell’Atmosfera dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Gli esperti sono riusciti a ricostruire il percorso del bolide triangolando i dati ottenuti dalle tre camere all-sky della rete Prisma (quelle di Castellana Grotte, Tricase e Vasto) che lo hanno avvistato. L’oggetto celeste avrebbe iniziato a brillare a una quota di circa 90 chilometri per poi seguire una traiettoria discendente inclinata di circa 60 gradi rispetto al terreno, muovendosi con una velocità iniziale di 16-17 chilometri al secondo da Bari verso Matera.
Si tratta di una velocità tipica per un oggetto di origine asteroidale, come conferma l’orbita eliocentrica. I calcoli indicano che la fase di bolide è terminata a circa 22-23 chilometri di quota, con una velocità di 3,7 chilometri al secondo e una massa residua di circa 400-500 grammi. Una volta estinto il bolide, il residuo del meteoroide ha iniziato la fase di volo buio proseguendo la caduta verso il suolo, è stato sballottato dai venti dell’atmosfera ed è caduto (con una buona probabilità) pochi chilometri a nord di Matera. Prisma sta reclutando volontari per recuperare il meteorite: chi volesse partecipare alle ricerche sul campo, può trovare tutte le informazioni sul sito http://www.prisma.inaf.it e su MediaInaf.
“Può sembrare un compito arduo e al limite dell’impossibile trovare una piccola roccia di qualche centimetro in un’area grande qualche chilometro quadrato, eppure è già capitato”, ricordano gli esperti. E’ già successo a gennaio del 2020, con il ritrovamento del meteorite Cavezzo vicino Modena, ed è successo anche pochi giorni fa in Normandia, dove una studentessa di 18 anni ha trovato un frammento dell’asteroide 2023 CX1 esploso nel cielo del Nord della Francia.