Una mega truffa sarebbe stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Lecce e riguarda un’azienda agricola di Monteroni.
Complessivamente sono 227 gli indagati per tentata truffa ai danni dello Stato: la titolare della ditta e centinaia di sedicenti lavoratori agricoli assunti solo sula carta ma che in realtà erano dei disoccupati.
L’indagine è stata avviata con una denuncia presentata nel maggio del 2019 in relazione all’indebita percezione di contributi agricoli regionali e comunitari mediante l’utilizzo di terreni agricoli non di proprietà esclusiva della beneficiaria. Nel corso della prima fase investigativa sono stati sentiti i querelanti e avviati gli accertamenti nell’attività agricola. Ed è emerso che l’impresa agricola non disponeva di alcun fondo a titolo di proprietà esclusiva. La quasi totalità dei dipendenti sentiti ha dichiarato che i terreni, oggetto di coltivazioni, erano ubicati nelle immediate vicinanze dell’abitazione della titolare contrariamente a quanto emerso dalle comunicazioni e dalle dichiarazioni effettuate dall’azienda.
Anche i beni strumentali in possesso della ditta non sarebbero risultati congrui con il numero dei lavoratori dipendenti formalmente assunti e alle superfici dichiaratamente coltivate. In definitiva i numeri dichiarati a riguardo dei lavoratori impiegati, dei terreni coltivati e delle attrezzature impiegate, non trovavano corrispondenza nella redditività dell’azienda che è risultata assai modesta.
Nel dettaglio dei mezzi agricoli rilevati, era presente una sola serra e che nelle giornate di maggior lavoro erano stati impiegati un massimo di 8 lavoratori tra uomini e donne. Le immagini satellitari, infine, hanno fatto rilevare come nessun terreno fosse stato impiegato per agricoltura intensiva.
L’attività di indagine e le ulteriori verifiche della Guardia di Finanza hanno consentito di sostenere che l’azienda agricola fosse sovradimensionata in termini di risorse materiali e umane rispetto alla reale consistenza. Il numero di lavoratori agricoli che con assoluta evidenza possono essere stati effettivamente impiegati per le coltivazioni nella realtà praticate sulle piccole aree di terreni coltivati (ammontante a non più di una decina) è decisamente inferiore ai 200 che invece risultano essere impiegate e che hanno prodotto richieste di sussidi all’istituto previdenziale.
Su richiesta della pm Rosaria Petrolo, il gip Alcide Maritati ha disposto il sequestro preventivo di 307mila euro, il totale delle indennità dovute dall’Inps agli indagati per prestazioni di disoccupazione, assegni di nucleo familiare, malattia e maternità che i braccianti avrebbero dovuto acquisire. I soldi, però, sono stati intercettati e bloccati dall’Istituto previdenziale prima che potessero entrare in possesso del titolare dell’azienda.