“Vegano infame per te solo pane”, in ristorante di Corigliano d’Otranto slogan offensivo su scelte alimentari. Risponde la pagina Facebook LecceVegan

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“Ci sono campagne di comunicazione che nel 2023, dopo una pandemia che ci ha recluso in casa e che nasce proprio a causa degli impatti dell’essere umano sulla natura e del suo modo di alimentarsi, gli stessi che hanno contribuito fortemente ad innescare il cambiamento climatico, proprio non condividiamo, né riusciamo ad accettare”.

Comincia così il post su Facebook della pagina LecceVegan che punta l’attenzione su una campagna di comunicazione di un ristorante di Corigliano d’Otranto che prende di mira chi sceglie l’alimentazione vegana. “Vegano infame per te solo pane” è la frase che campeggia sugli accessori come tovagliette e sacchetti del ristorante.

“Il rispetto della vita e in generale della sensibilità altrui dovrebbe essere una base imprescindibile in un mondo in piena crisi, una crisi dovuta alle azioni umane, comprese le sue scelte alimentari”, si legge nel post di LecceVegan.

“Continuare a prendere in giro i vegani o affermare le proprie idee creando un format che verta sulla discriminazione e sull’incitamento all’odio ci sembra veramente becero, un tentativo mal riuscito di acchiappare like, così come le risposte alle recensioni negative che in queste ore stanno iniziando ad arrivare sul profilo google del locale. Rispondere rievocando un fantomatico passato carnivoro per di più in un luogo, il Salento, a forte tradizione contadina con tantissimi piatti della tradizione già in partenza vegan, appare non solo un paradosso, ma anche dissonante e ridicolo”.

“Tutto ciò, non è solo una grande presa in giro, una mancanza di tatto e rispetto, una chiusura verso tutte quelle tematiche che ruotano intorno alla scelta vegan, compresa quella ambientale, ma anche un atto discriminatorio di chi vuole farsi pubblicità sulle spalle e la sensibilità altrui, alla faccia di tutte le lotte per l’inclusione sociale, la parità dei diritti e il dissenso contro la violenza”, si legge ancora.

“Non è possibile liquidare la questione parlando di ironia o sarcasmo -è la conclusione del post-, se al posto della parola vegano ci fosse stato nero, omosessuale o qualunque altra categoria LGBTQ+, ebreo, donna o altri gruppi sociali nel tempo discriminati ad oggi cosa avremmo fatto? L’avremmo accettato passivamente? Io non credo.

Un’ultima annotazione prima di chiudere questo post: Imodium come partner ufficiale… Sarebbe carino capire chi ha curato la comunicazione, perché fermandosi a riflettere anche su questo punto, anche da onnivori andare a mangiare in un luogo dove il partner ufficiale seppur sarcasticamente è un antidiarroico…”.

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