A fronte di un tetto di spesa imposto dal ministero della Salute pari a 658 milioni di euro, le Asl pugliesi hanno comprato farmaci per circa 850 milioni con uno sforamento – lo scorso anno – di quasi 200 milioni. È quanto emerso nel corso delle audizioni in I commissione (Bilancio) della Regione Puglia. Ammonta invece a poco meno di 7 milioni di euro lo sforamento per la spesa farmaceutica convenzionata.
La classifica dello scostamento tra spese e tetto assegnato vede in testa la Asl Taranto (34,85%), seguita da quella di Brindisi (34,84%), Policlinico di Foggia (30,75%), Bari (29,95%), Lecce (27,89%), Foggia (26,90%), Policlinico di Bari (26,59%) e BAT (25,36%). Per quanto riguarda gli IRCCS, invece, la percentuale più alta di scostamento è del De Bellis di Castellana Grotte (38,26%), seguito dal Giovanni Paolo II di Bari (3,63%).
“Ammonta a quasi 200 milioni lo spreco farmaceutico 2022 -commenta in una nota il presidente della commissione Fabiano Amati- abbastanza bene, invece, per la spesa convenzionata delle farmacie. In ogni caso e nonostante il rigore di leggi e delibere abbiamo speso più del 2021. È davvero stupefacente osservare le Aziende sanitarie irrispettose dei tetti alla spesa decisi dalla giunta regionale, ossia dall’organo che nomina fiduciariamente i direttori generali”.
Per Amati “non c’è alcun dubbio: i direttori generali o quantomeno i direttori sanitari sono decaduti, perché da aprile a oggi non hanno attivato i provvedimenti correttivi e i procedimenti disciplinari previsti dalla legge regionale, pur avendo generalmente monitorato, ogni due mesi, il mancato raggiungimento degli obiettivi”.