Concorso in omicidio pluriaggravato e col ricorso al metodo mafioso: é il reato contestato a tre giovani del Tarantino sottoposti la notte scorsa a fermo dalla polizia, in quanto indiziati di delitto per la morte del 21enne Natale Naser Bahtijari, giovane di origine del Montenegro ma residente nel Salento. Il corpo della vittima é stato ritrovato sotto un viadotto giovedì scorso, nelle campagne di Manduria (Taranto). A poca distanza dal cadavere c’era l’auto del giovane, una Fiat 500.
Il provvedimento di fermo é della Dda di Lecce, firmato dal sostituto procuratore Stefano Milto De Nozza. I tre arrestati sono Vincenzo Antonio D’Amicis (Manduria) di 20 anni, Simone Dinoi (Manduria) di 23 e Domenico D’Oria Palma (originario di Grottaglie ma residente Manduria) di 23. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile di Taranto, diretta da Cosimo Romano.
La madre del ragazzo, nelle ore precedenti il ritrovamento del corpo, aveva presentato denuncia di scomparsa. Durante una violenta lite scoppiata in un locale pubblico di Manduria -secondo quanto ricostruito dagli investigatori- Bahtijari é stato pugnalato e poi condotto nelle campagne di Manduria, dove é stato picchiato selvaggiamente prima di essere lanciato in un dirupo.
“Seppure giovani, sono stati particolarmente crudeli nell’accoltellare e quasi torturare la persona che purtroppo poi é deceduta”, ha detto il questore di Taranto, Massimo Gambino, nella conferenza stampa di stamattina sul fermo di tre giovani del Tarantino per l’omicidio del 21enne. “Questa capacità criminale spaventa. Come anche alcuni particolari, il tatuaggio su uno degli indagati. Il tatuaggio cosiddetto di famiglia. Mentre c’é il corpo rantolante del povero cittadino di origine montenegrina, bacia il tatuaggio quasi in una forma di rispetto nei confronti dell’organizzazione”.
“A seguito dell’identificazione del cadavere, le indagini hanno consentito di collegare quell’efferato omicidio a un traffico di sostanze stupefacenti”. Lo ha detto il capo della Squadra Mobile di Taranto, Cosimo Romano, nella conferenza stampa di questa mattina. Traffico “che interessava dei soggetti di Manduria. Ed é proprio su di loro -ha proseguito Romano- che si é concentrata l’attenzione investigativa, mettendo insieme tutte le informazioni acquisite dalle indagini svolte nell’immediatezza dei fatti e quelle di informazione e raccolta per quei soggetti per traffico di sostanze stupefacenti”.
Quanto ai fermati (perché gravemente indiziati dell’omicidio a Manduria del 21enne montenegrino residente nel Salento) e alla loro attività nel mondo della droga, Romano ha detto che “erano soggetti attenzionati, monitorati, per questo tipo di reati”. “Soggetti molto giovani e cio’ rende questo crimine particolarmente grave e allarmante”, ha aggiunto il dirigente della Mobile, “sia per l’efferatezza