Sigilli ad albergo in costruzione e ex discoteca, confermata la confisca di beni per 10 milioni di euro a boss di Martina Franca

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La Corte d”appello di Lecce ha annullato la revoca della confisca dei beni di una società a responsabilità limitata riconducibile, seppur indirettamente, a un esponente della criminalità di Martina Franca (Taranto), ed ha disposto la contestuale reimmissione degli stessi nel possesso dell”amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.

Tra i beni confiscati (per la maggior parte di esclusiva proprietà di una società, altri, invece, in quota parte), ci sono un albergo di 7 piani in fase di completamento, una autorimessa di circa 4000 metri quadrati, un”ex discoteca con annesso ristorante, immobili commerciali vari, un locale di circa 2000 metri quadrati sede di una ditta di confezionamento di abbigliamento, un immobile sede di un liceo artistico e vari terreni agricoli. Valore, circa 10 milioni. Il provvedimento della Corte é stato eseguito dalla Polizia.

Le indagini erano partite nel 2007, a seguito di accertamenti sulla costruzione di un immobile, destinato a diventare un hotel a 7 piani, ed avevano portato, nel 2011, al sequestro di beni della società.

Il provvedimento disposto dalla seconda sezione penale del Tribunale di Taranto, su proposta del questore di Taranto, riguardava beni acquistati dalla persona in questione tra il 2002 e il 2005 con denaro di sospetta provenienza. Il sequestro venne poi convertito in confisca definitiva, ma, a seguito di ricorso, la Corte d”Appello di Lecce nel 2020 revocò la confisca di tutti i beni e ne ordinò la restituzione agli aventi diritto. Successivamente la procura generale di Lecce ha proposto ricorso in Cassazione contro la revoca della confisca. Con nuovo giudizio, la Corte di Appello di Lecce ha confermato il dispositivo della sentenza di primo grado, cioe” la confisca, decidendo la reimmissione dei beni nel possesso dell”amministratore giudiziario.

(Immagine illustrativa di repertorio)

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