“Risalire alla completa verità dei fatti è l’unica arma per ricucire una ferita aperta per l’intera comunità foggiana e per dare speranza anche a colui che con la sua generosità è riuscito a commuovere coloro che hanno tratto in stato di fermo l’indiziato: un bambino di appena sette anni simbolo di una città che ha deciso di reagire”. Lo dichiara in una nota Enrico Rando, legale dei familiari di Franca Marasco, la 72enne uccisa a Foggia lunedì scorso nella sua tabaccheria.
Per l’omicidio della donna si trova in carcere da due giorni il 43enne Massli Redouane, che ha confessato il delitto. “A seguito del fermo del presunto autore dell’omicidio, la sorella Rosa e la sua famiglia esprimono il loro plauso ed un sentito ringraziamento -prosegue il legale- alle istituzioni, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dauno e al comando provinciale dei carabinieri di Foggia per l’impegno profuso nelle indagini serrate che hanno consentito, in brevissimo tempo, l’individuazione del presunto colpevole del tragico fatto di sangue”.
“Soddisfazione emerge inoltre dalle dichiarazioni apprese dalla stampa di una piena confessione del delitto da parte del fermato, mentre non poche perplessità -aggiunge- ed un certo sconcerto hanno colpito la famiglia Marasco nel leggere della sua ‘gridata’ volontà di non uccidere”.
Secondo il legale “quando le dichiarazioni dell’indagato, come nel caso specifico, sono contraddette dalla realtà oggettiva dei fatti, vanno considerate menzogne ed inutili tentativi di ‘alleggerire la propria posizione’ e come tale vanno intese”.
L’avvocato della famiglia Marasco ritiene che “la violenza con cui è stata aggredita la povera Franca, l’efferatezza dell’omicidio, unitamente al numero dei fendenti con cui è stata colpita in parti vitali del suo corpo non lasciano dubbi sulla volontà di uccidere la 72enne, che per le sue condizioni fisiche e per la sua età non avrebbe potuto opporre notevole resistenza ad una rapina e alla fuga di chi le puntava un’ arma”.