Puglia, ma quale traino del Mezzogiorno?

L’articolo di Gianpaolo Balsamo “Crescita, Puglia da choc; È tra le regioni più povere” apparso su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 13 settembre 2023, ha incuriosito più di una persona perché contrario alla narrazione comune.

Quale narrazione? 

Quella che dice “Bari, la Milano del Sud!” o quella semi comica della “Se Parigi avesse …”. 

La Puglia come traino del Mezzogiorno è comunque un comune sentire in tutta la regione. 

Ma l’articolo di Gianpaolo Balsamo ha dato la sveglia: con i dati dell’ISTAT e del MEF, si legge su “Trend on line”, che il PIL pro capite (PIL p.c.) del 2022 della Puglia  si attesta al 17° posto in una graduatoria fatta dalle 20 regioni italiane. 

Quale è l’indice usato? 

Lo si calcola a partire dal PIL (Prodotto Interno Lordo) che è, come tutti sappiamo, un numero (espresso nella divisa corrente) che dà la misura del valore, dato dai prezzi di mercato, di quanto sia stato prodotto da un popolo in termini di beni e servizi. Ci si riferisce, ovviamente, in un conteso territoriale e in un definito arco temporale. 

Se quanto prodotto è “ricchezza”, allora il “PIL pro capite” (PIL p.c.), è quanto “tocca” a ciascun cittadino.

Con il PIL p.c. eccola la graduatoria che ha sorpreso Gianpaolo Balsamo.

Classifica delle regioni italiane in PIL p.c.

Posizione Regione       Pil Pro Capite

1 Trentino-Alto Adige 42.300

2 Lombardia 38.200

3 Emilia-Romagna 35.300

4 Valle d’Aosta 35.200

5 Veneto 33.100

6 Lazio 32.900

7 Friuli-Venezia Giulia 31.000

8 Toscana 30.500

9 Piemonte 30.300

10 Liguria 29.678

11 Marche 26.600

12 Abruzzo 24.400

13 Umbria 24.300

14 Sardegna 21.300

15 Basilicata 20.800

16 Molise 19.500

17 Puglia 19.000

18 Campania 18.200

19 Sicilia 17.400

20 Calabria 17.100

Fa un po’ impressione vedere la Puglia al 17° posto, un numero che non è proprio piacevole. Come è impressionante osservare che le 8 regioni del Mezzogiorno occupino tutte le ultime posizioni. 

Le aree in cui è divisa l’Italia in ragione delle statistiche sono tre:  Nord, Centro e Mezzogiorno.

Il Nord comprende le regioni del Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) e del Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto).

Il Centro comprende Lazio, Marche, Toscana ed Umbria.

Il Mezzogiorno comprende l’Italia Meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia) e l’Italia insulare (Sardegna, Sicilia). 

Ma andiamo a vedere, con l’obiettivo di osservare la nostra regione, la Puglia, le statistiche che sono esposte nella tabella seguente. 

Abbiamo selezionato un periodo di venti anni (dal 2004), mentre stiamo vivendo il ventesimo (2023). 

Nella tabella sono indicati, nelle prime tre righe, anno per anno, i valori del PIL p.c. in K€ (migliaia di euro), per l’Italia tutta, per il Mezzogiorno e per la Puglia. Questi sono i valori di partenza. 

Osserviamo le tre righe successive: 

Nella prima riga (SUD / ITALIA) è indicato, in percentuale, quanto sia il PIL p.c. del SUD rispetto al PIL p.c. dell’Italia. Come si può notare, si parte da un 67% del 2004 e si arriva ad un 64% del 2022. 

Che significa? Che il divario SUD_ITALIA aumenta. E siccome il PIL p.c. dell’Italia è una media nazionale, vuol dire che la differenza fra le regioni del Nord e del Sud è ancora più grande, molto più grande. 

Nella seconda riga (PUGLIA / ITALIA) si raffronta il PIL p.c. della Puglia con quello dell’Italia tutta. Anche qui, si parte da un 63% del 2004 e si arriva ad un 59%. CI saremmo aspettato che i due valori, iniziale e finale, come tutti quelli intermedi fossero congruenti con quelli della prima riga (SUD / ITALIA): sono invece inferiori. 

Che significa? Che la Puglia non traina il Mezzogiorno ma ne è trainata. La Puglia viaggia sotto la media del Mezzogiorno, da sempre. Almeno da vent’anni a questa parte. La Puglia contribuisce a mortificare il PIL p.c. del Mezzogiorno: incredibile!

Tutto ciò è, però, confermato dalla terza riga (PUGLIA / SUD) che indica quanto sia il PIL p.c. della Piglia rispetto a quello del Mezzogiorno tutto. Si parte da un 94% e ai arriva ad un 91%. 

Che significa? Che il PIL p.c. della Puglia, non solo è inferiore alla media del Mezzogiorno ma se ne va allontanando. 

In Puglia, cioè, ci sono due forbici: quella del divario Mezzogiorno/Italia, in crescita, e quella del divario Puglia/Mezzogiorno, in crescita. 

Sarebbe meglio che la cittadinanza pugliese si svegli al più presto, anzi prestissimo perché tutto ciò è roba di strategie e gestione politica. 

Questi vent’anni sono stati un disastro per la Puglia!. 

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