Undici comuni coinvolti, cento chilometri di costa interessati e un progetto votato alla tutela dei beni naturali, del paesaggio e della biodiversità: l’area marina protetta Otranto-Leuca potrebbe diventare presto realtà, dopo anni di discussione e qualche stop imprevisto. Un iter lungo e complesso, con varie battute d’arresto, che potrebbe presto vedere l’attesa svolta, con l’obiettivo di prendersi cura del mare e tutelare la biodiversità attraverso uno strumento che promuova lo sviluppo sostenibile degli ecosistemi con benefici ecologici, economici e sociali per le comunità locali.
In Puglia, oltre alle tre esistenti (Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo), da anni si lavora all’istituzione di un’area marina protetta lungo l’area del parco naturale regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase: ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Come detto, sono 11 i comuni interessati (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase), con oltre 59mila residenti, una superficie totale superiore a 260 chilometri quadrati e circa 100 di costa. L’iter è stato lungo, complesso, con varie battute d’arresto.
L’iter d’istituzione è iniziato anni fa con l’individuazione di un’area marina di reperimento, denominata “Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca”. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato che si tratti di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana, differente rispetto al resto della Puglia per abbondanza di specie bentoniche e habitat chiave. La legge di bilancio 2018 aveva previsto l’istituzione dell’area marina protetta ma per poter procedere i comuni interessati hanno richiesto al Ministero dell’Ambiente e Ispra, per sapere cosa fosse possibile fare e cosa no nella futura Amp.
Un importante contributo è stato dato dalla Regione Puglia a partire dal 2021 grazie al progetto Corisma (finanziato dal fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca 2014-2020), per ipotizzare i migliori scenari di conservazione e gestione delle risorse biologiche marine necessari per impattare positivamente sulla sostenibilità della pesca e delle altre attività connesse all’uso del mare nell’area Marino-Costiera Otranto – S. Maria di Leuca. Coerentemente con le tempistiche della programmazione comunitaria che finanzia il progetto in parola e ne impone la conclusione entro fine anno, la presentazione dei risultati preliminari il 30 settembre testimonia pertanto l’impegno che tutti i partner hanno profuso per la riuscita del progetto.