“È stata una giornata positiva e lo sciopero é riuscito”. È il commento che fanno all’unisono le sigle metalmeccaniche di Fim, Fiom e Uilm mentre é in corso ad Acciaierie d’Italia, ex Ilva, uno sciopero di 24 ore che coinvolge anche il personale dell’indotto e i cassintegrati dell’amministrazione straordinaria.
La protesta é coincisa con l’evento promosso dall’azienda in fabbrica, che vede presenti più di 300 clienti, e segue di poche ore il vertice di ieri a Palazzo Chigi, giudicato negativamente dai sindacati. A proposito degli ospiti che AdI ha fatto venire a Taranto per illustrare i suoi progetti, “li abbiamo bloccati ai vari ingressi -dice all’agenzia AGI Davide Sperti, segretario Uilm-, poi lentamente, scortati e cambiando accessi, sono comunque riusciti a entrare. Noi con i presidi abbiamo raccontato la verità sull’ex Ilva. Mentre in fabbrica si consuma una farsa enorme, noi, fuori, abbiamo raccontato di uno stabilimento che volge alla chiusura”.
“Oggi – dice all’agenzia AGI Biagio Prisciano, segretario Fim Cisl- non si può raccontare un’Ilva diversa da quella che vivono i lavoratori. Il Governo deve rispondere subito, la gente non ce la fa più, tra appalto e indotto stiamo finendo gli ammortizzatori sociali, i dipendenti di AdI sono continuamente in cassa, mentre l’azienda non fa investimenti e non acquista materiali”. Francesco Brigati, segretario Fiom Cgil, dice ad AGI che “c’é stata una straordinaria partecipazione e, con i blocchi fatto, abbiamo messo in imbarazzo i clienti che l’azienda ha fatto venire oggi. Clienti che hanno dovuto fare giri da una parte e dall’altra per entrare in stabilimento. Noi non volevamo ostacolarli, anzi abbiamo necessità che ci siano clienti e fornitori, ma mandare un messaggio chiaro, ovvero che la realtà di Acciaierie d’Italia non é affatto quella che rappresenta il suo amministratore delegato Lucia Morselli. Difronte ad uno stabilimento collassato, l’evento odierno di AdI é solo una provocazione”.
