Vasta operazione antidroga in Basilicata. Stupefacente distribuito dal treno alle fermate delle stazioni. Fornitori da Cerignola

La Polizia di Stato di Potenza, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del Capoluogo lucano, sta eseguendo, dalle prime ore di questa mattina, una vasta operazione antidroga, condotta dalla Squadra Mobile della Questura, diretta all’esecuzione di numerosi provvedimenti restrittivi di varia natura e decreti di perquisizione nei territori di Potenza, Roma, Salerno, Foggia, Reggio Emilia, Lecco e Matera. 

L’inchiesta che ha colpito due diverse associazioni a delinquere, finalizzate allo spaccio di sostanze stupefacenti, in provincia di Potenza, ha fatto emergere differenti modalità per rifornirsi di cocaina, marijuana e hashish. Un gruppo si organizzava con trasferte in Campania e in Puglia, l’altro con pagamenti in bitcoin.

Nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, la Polizia di Stato ha pedinato gli indagati e ha effettuato intercettazioni telefoniche e telematiche, utilizzando inoltre videocamere e tracciamenti GPS. Sono stati ricostruiti numerosi viaggi di approvvigionamento presso i rifornitori italiani residenti a Cerignola (Foggia) e un rifornitore di nazionalità marocchina residente a Eboli (Salerno) oltre alla gestione di vere e proprie piazze di spaccio non distanti da scuole e luoghi d’incontro giovanili.

La presenza di minori è un’aggravante. Infatti nell’inchiesta si contesta l’associazione a delinquere, per traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal numero dei partecipanti e dall’avere commesso i fatti in luoghi frequentati da minori. Sono state documentate 31 trasferte a Cerignola e 20 a Eboli, in auto o in treno, che gli organizzatori preparavano con attenzione. Nel corso delle attività tecniche, inoltre, è emerso anche che l’approvvigionamento avveniva parallelamente da parte dei due gruppi, sia da fornitori operanti su internet, tramite pagamenti in bitcoin, privi di ogni tracciabilità, che inviavano la sostanza stupefacente direttamente a casa dei sodali o dei loro parenti deceduti.

In alcuni casi è stato verificato che i componenti del sodalizio, mentre erano bordo di treni, lungo il percorso cedevano le dosi alle fermate ferroviarie agli acquirenti che aspettavano in stazione, con l’apporto di altri indagati che, ad ogni fermata, erano addetti a segnalare la presenza di forze di Polizia.

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