È in corso, da parte dei carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare relativa ad un omicidio consumato nel 2015 nell’ambito della faida del Gargano. I dettagli dell’operazione verranno resi noti alle 10, nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella sede della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Gli arresti dei carabinieri del comando provinciale di Foggia sono state eseguiti nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Marino Solitro, detto “Marinuccio”, di 50 anni, ucciso il 30 aprile del 2015 nel cortile della sua villetta in località Molinella a cinque chilometri da Vieste.
Secondo la ricostruzione degli investigatori l’uomo, intorno alle 11 di sera, stava percorrendo il vialetto che portava alla sua abitazione quando i killer spararono alcuni colpi di fucile calibro 12. Due i proiettili che raggiunsero Solitro al torace uccidendolo. La vittima aveva precedenti per spaccio di droga e reati contro il patrimonio.
Marinuccio era un personaggio noto alle forze dell’ordine: nel novembre del 2008, infatti, era stato coinvolto in un agguato messo a segno sempre a Vieste in cui venne lievemente ferito. Nel dicembre del 2010, invece, era stato arrestato perché accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Uno degli arrestati é nipote della vittima
Era imparentato con la vittima i l collaboratore di giustizia Danilo Pietro della Malva arrestato oggi dai carabinieri insieme a Giovanni Iannoli nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Marino Solitro, 50 anni di Vieste ucciso ad aprile del 2015 con due colpi di fucile mentre rientrava nella sua villetta, in località Molinella. Per Iannoli, detto “Smigol” é stata disposta la custodia cautelare in carcere: l’uomo é già detenuto per l’omicidio di Antonio Fabbiano mentre per Della Malva, detto “U Meticcio”, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Della Malva e la vittima erano parenti essendo Solitro zio acquisito del collaboratore di giustizia: Solitro, infatti, aveva sposato la zia di Della Malva.
“Un omicidio -scrive il gip- che sarebbe stato messo a segno per agevolare il gruppo Raduano-Perna di cui gli autori erano sodali, rafforzandone la propria forza di intimidazione agli occhi degli antagonisti e della popolazione locale attraverso una dimostrazione di forza criminale sul territorio, eliminando un soggetto che non riconosceva la supremazia criminale del gruppo e dei suoi componenti e, più in generale, di tutta l’associazione mafiosa in questione”.
Una prova di forza evidenziata anche dal fatto che poco prima che fosse ucciso Solitro furono incendiate due automobili appartenenti ad esponenti del clan avverso, riconducibile ad Angelo Notarangelo, ucciso il 27 gennaio del 2015. Incendi messi a segno anche per spostare l’attenzione degli investigatori e tenerli impegnati mentre dall’altra parte di Vieste si consumava il delitto.