“Donne di Puglia dell’Ottocento”, il libro di Jole de Pinto recensito dal prof. Nicola Cutino

Jole de Pinto di Molfetta, è poetessa, saggista e storiografa. Nel 2019 ha pubblicato un saggio storico con grande plauso di pubblico e critica: “Donne di Puglia dell’Ottocento” (Adda Editore, Bari), una accurata rassegna di figure femminili che hanno reso grande la Puglia nella storia e nella società, ma anche nella cultura e nell’arte.

Questa pubblicazione è stata recensita dal prof. Nicola Cutino, Presidente Associazione “Mondo Antico e Termpi Moderni” e coordinatore del Seminario permanente di studio e di approfondimento sul dialetto barese.  La pubblichiamo di seguito.

La prof.ssa Jole de Pinto, oltre alla sua produzione di alta e raffinata poesia, ha rivolto la sua attenzione all’attività di ricerca storica, in particolare ha indagato con perizia certosina su aspetti trascurati dalla storiografia ufficiale descrivendo i costumi, le abitudini e la mentalità, i codici di comportamento nella vita quotidiana, le relazioni interpersonali di alcune “Donne di Puglia dell’Ottocento” (Adda Editore), rivelando un tratto della esperienza sociopolitica e culturale di figure femminili ricco di interessanti retroscena.

Ho letto con attenzione le due parti che costituiscono il volume: “Donne dell’Ottocento nella storia e nella società” e “Donne dell’Ottocento nella cultura e nell’arte”, restando affascinato per il contenuto accattivante. Siamo dinanzi ad una letterata a tutto tondo con idee di grande rilievo ed ad una storica esperta che descrive le esperienze delle protagoniste pugliesi con un linguaggio sobrio senza eccedere in manierismi pur non avendo a disposizione materiale in abbondanza. I singoli capitoli sono quadretti scritti con un lessico armonioso. L’insieme è bello, ricco e seducente e lo si legge con attenzione e tutto di un fiato. 

Tantissime sono state le donne pugliesi che hanno contribuito a rivoluzionare il mondo nel campo della storia, del lavoro, della letteratura, della scienza. Tali protagoniste degli eventi dell’umanità hanno offerto, con la loro genialità, pagine importanti utili al progresso sociale e culturale.

Il XIX secolo in Puglia ha rappresentato un punto di svolta nella vita delle donne, prima queste erano responsabili unicamente della casa oppure addette come forza lavoro nelle campagne o, di seguito nel tempo, nell’industria, in particolare in campo tessile con discriminazione di salari e di ore di lavoro rispetto ai colleghi maschi. Anche le donne borghesi e nobili dell’Ottocento venivano istruite per diventare una buona moglie con un’infarinatura di cultura generale. Le donne artiste venivano adombrate e, nell’ottica maschilista, erano considerate come un ornamento grazie alle loro doti. 

Conoscere la storia dell’universo femminile, in particolare delle patriote pugliesi del nostro Risorgimento, ed i relativi cambiamenti non uguali dappertutto ed in tutti gli strati sociali nel quale la donna si muoveva, con un ruolo subalterno relegato alla maternità, nei confronti dell’uomo che, invece, era in posizione di potere legittimato dal fatto di essere colui che proteggeva e sosteneva la famiglia, torna, nella società moderna, a beneficio di tutti. Nessuna morale può prescindere dal rispetto per la dignità e la libertà di ciascuna persona e nessuno, né individui né la società ha diritto di calpestarla, manipolarla, utilizzarla e ridurla a strumento di potere come avveniva nei secoli scorsi. 

Jole de Pinto mostra che in ogni singola storia di “Donne di Puglia dell’Ottocento”, egregiamente raccontata, esiste una nuova centralità femminile attiva e non passiva, alquanto partecipata ed appassionata, qualche volta contesa e polemica. Donne emarginate dalla storia e spesso relegate ad una buia esistenza, ufficialmente escluse da relazioni culturali e dalle accademie, finalmente nell’Ottocento poterono sperimentare, con più nuove modalità di vita, di rompere alcune convenzioni che per secoli avevano regolato la falsata rappresentazione di donne e uomini, chiedendo il rispetto, il diritto alla critica e al giudizio, la complementarietà e la reciprocità.

La storiografa ha colto nella sua pubblicazione soprattutto la voglia di libertà ed il loro desiderio di emanciparsi, quasi precursori del movimento femminista, senza, però, perdere il gusto della tradizione. Interessanti i riferimenti, con inedite curiosità, che emergono dalla lettura, alle donne di Altamura, ad Antonietta De Pace ed alle molfettesi ma, in particolare, quelli riferiti alle brigantesse.

La lista delle donne che hanno lottato per cambiare il mondo contro le convenzioni patriarcali, in ogni settore della società è lunga: nella musica, nella politica, nell’arte, in ambito culturale e civile hanno alzato la loro voce e dimostrato le loro capacità. Non esiste un rapporto dimostrabile tra i comportamenti e il nascere femmine e maschi. Molte attitudini sono attribuibili solo alle convenzioni sociali: lo dimostrano le protagoniste del libro di Jole, che ci conferma che donne e uomini si diventa sulla base di modelli e aspettative che stabiliscono che certe qualità, comportamenti e bisogni sono desiderabili e naturali per le donne, altri per gli uomini. 

Merito dell’intellettuale molfettese è l’aver riaffermato, attraverso le storie vere del saggio, il principio di uguaglianza tra gli uomini, idea che ha contribuito ad un maggior sviluppo dell’intera collettività umana.

Il lettore ha l’opportunità di apprezzare nel volume “Donne di Puglia dell’Ottocento” la capacità della professoressa di proporre una prosa emozionalmente avvincente, culturalmente ricca e fortemente appassionata.

L’efficacia del saggio è costituita da un messaggio coinvolgente e da una forza espressiva tale da proporre una visione nuova del mondo. Difatti, Jole de Pinto, tratteggia con sapienza ed incisività il panorama sociale ed umano attorno a noi.

L’Autrice ha coscienza ed avverte il compito di essere chiamata, come fa il buon maestro, ad educare l’uomo ai valori e propone punti di riferimento contro il disorientamento collettivo. La riflessione pedagogica della de Pinto è elaborata intorno ai fini che l’etica suggerisce all’uomo moderno senza trascurare la natura empirica o pratica dell’educazione e conduce ad apprezzare le cose belle e positive per evitare il degrado morale che sfilaccia il tessuto della società odierna. L’educazione al bello, infatti, rende tutti migliori.

Grazie Jole per le emozioni che ci hai regalato attraverso i Tuoi racconti su alcune appassionate donne pugliesi che hanno lasciato un segno nella storia di emancipazione nel sociale del nostro martoriato meridione e che hanno iniziato a cancellare vecchi stereotipi, pregiudizi ed opinioni riduttive di fatti e di persone ancora segnate da una ingiusta realtà deformata. Povertà, emarginazione, analfabetismo ma anche paura, vergogna, perdita di autostima e sfiducia nella giustizia, impediscono di uscire dal circolo vizioso di ogni tipo di violenza e di riappropriarci dei diritti umani di noi tutti. Occorre una vera presa di coscienza collettiva di uomini e donne insieme verso l’educazione delle future generazioni.

DONNE DI PUGLIA DELL’OTTOCENTO (Adda Editore, Bari) – Prefazione del prof. Francesco Bellino. Presentazione del prof. Arcangelo Ficco. Elaborazioni grafiche, interne e di copertina, a cura dell’arch. Fabrizio Minervini.

Promo