Libera Foggia e Diocesi di Manfredonia, sabato corteo per dire no alla mafia

Il coordinamento provinciale di Libera Foggia e la Diocesi di Manfredonia (Foggia), hanno organizzato, sabato prossimo, una mobilitazione che attraverserà le vie della città per dire “no” alle mafie e a ogni forma di violenza e sopraffazione. Il corteo, che attraverserà la città toccando i luoghi più significativi, terminerà con l’intervento dal palco di don Luigi Ciotti, presidente di Libera, e padre Franco Moscone, vescovo della Diocesi di Manfredonia.

“Saremo insieme a Manfredonia perché è una terra che ha bisogno di essere raccontata. Una terra bellissima schiacciata dalla presenza di una mafia violenta e ben radicata”, si legge nella nota di Libera. “Nell’inchiesta denominata Omnia nostra emerge una mafia che è stata capace di fare il salto di qualità, associando al modello più arcaico di mafia militare quello più moderno di mafia degli affari. Un salto che le ha permesso di penetrare con maggiore capacità in alcuni settori economici del Gargano quali, ad esempio, la pesca e l’agricoltura, finendo per controllare l’intero commercio ittico della zona”, spiega Libera.

“La mafia è riuscita, infatti, a controllare la vendita del pesce attraverso due imprese -intestate a terzi ma, di fatto, gestite da esponenti del clan- in posizione di monopolio, eliminando qualsivoglia forma di concorrenza con forme di assoggettamento violento nei confronti dei pescatori, costretti a consegnare il pescato in via esclusiva ad una delle due società, le cui operazioni di controllo venivano svolte da soggetti che presidiavano la banchina del porto di Manfredonia”, va avanti.

“Le indagini hanno anche riscontrato una serie di azioni violente messe in atto dai sodali per far desistere chiunque volesse ribellarsi o fosse in qualsiasi modo d’intralcio all’esercizio d’impresa esercitato dai clan. Emblematica la frase intercettata a un esponente di spicco della consorteria mafiosa il quale dichiara che: “Il mare è nostro”, ricorda Libera.

“Mafia capace di infiltrarsi nel tessuto socio – economico del territorio così da condizionare anche le scelte della politica locale, sino a giungere, nel 2019, allo scioglimento dell’amministrazione comunale. Mafia violenta, che spara ancora – come le altre mafie della Provincia foggiana – laddove, invece, le altre mafie del Paese impongono il silenzio. Mafia che, negli anni, ha rapito delle persone, per lo più giovani, di cui non si sono avute più notizie; questo fenomeno, noto come “lupara bianca”, connota ancor più la violenza e la crudeltà della criminalità mafiosa locale che è capace di lasciare le famiglie delle vittime in perenne attesa di ritrovare almeno un corpo su cui versare lacrime. Mafia che si è dimostrata ben capace di adattarsi ai vari mutamenti pur mantenendo ben salde le sue radici”, conclude Libera. 

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